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CEI: TV2000, DINO BOFFO NON È PIÙ DIRETTORE. REDAZIONE: SORPRESA, ORA SOLUZIONE IDONEA

BoffoDino Boffo non è più direttore di Tv2000, la televisione di riferimento della Conferenza episcopale italiana. Il presidente della Società editrice Rete Blu spa, Giovanni Traverso, ha spiegato che non si tratta di «una rimozione ma di una risoluzione del contratto resa necessaria per un riassetto fisiologico dell’emittente. In un comunicato diramato dalla Società Rete Blu viene precisato che «l’avvicendamento di un direttore è un fatto fisiologico all’interno di qualsiasi realtà oggi, tanto più in una fase di repentini cambiamenti nella società e nella stessa Chiesa. Al dott. Boffo – si aggiunge – va la gratitudine sincera per quanto fatto con professionalità e dedizione per lunghi anni, anche dopo la tormentata vicenda del 2009, con l’augurio di valorizzare al meglio quanto compiuto».
La direzione ad interim di Tv2000 è stata affidata a monsignor Francesco Ceriotti, storico direttore dell’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei.
Documento assemblea giornalisti:
''I giornalisti di TV2000 e di Radio inBlu prendono atto con sorpresa della comunicazione con cui il CdA di Rete Blu spa ha informato il comitato di redazione della risoluzione del rapporto di lavoro con il Direttore di Rete Dino Boffo''. Lo si legge in una nota diffusa dall'assemblea di redazione dopo la notizia della rimozione di Boffo dalla direzione della testata. ''Nel ringraziare lo storico Direttore uscente per il lavoro, l'impegno profuso in tutti questi anni e i risultati raggiunti, i giornalisti di TV2000 e di Radio inBlu - si legge ancora nel comunicato - sono certi che l'editore sapra' individuare una soluzione idonea a tutelare l'intera realta' produttiva e lavorativa e a valorizzare la missione di un progetto editoriale unico nel panorama italiano''. (ASCA, EUROPA, RAINEWS24)

WORLD PRESS FOTO: VINCE STANMEYER CON I MIGRANTI DI DIJIBOUTI

26324429-878494-01-02-20140214-133039 MGzoomPrima classificata al World Press Foto 2014 l’immagine del fotografo John Stanmeyer per il National Geographic mostra i migranti di Dijibouti mentre cercano di prendere il segnale dei loro telefonini per contattare i loro parenti all’estero, I vincitori del premio sono stati annunciat, ad Amsterdam. I migranti al centro della foto sono solo alcuni delle migliaia che ogni anno transitano dal piccolo stato di Gibuti per arrivare in Europa e in Medio Oriente.
Tra i premiati di quest'anno ci sono anche due italiani. Alessandro Penso ha ha vinto il primo premio nella categoria General news singles grazie a uno scatto che ritrae un accampamento di fortuna di alcuni rifugiati siriani in Bulgaria. Bruno D'Amicis, invece, ha vinto il primo premio per la categoria N, con una fotografia che immortala una volpe del deserto tenuta in catene in Tunisia.(VANITY FAIR)

EDITORIA: LIBERATION IN CRISI, SI DIMETTE IL DIRETTORE DEMORAND

nicolas-demorand-500Il direttore del quotidiano Liberation, Nicolas Demorand, ha annunciato le sue dimissioni nel pieno di una crisi fra proprieta' e redazione. Lo storico giornale della sinistra francese ''e' ormai apertamente in crisi. Io rappresentio una delle due parti ed e' mia responsabilita' di ridare margini di manovra e di negoziato alle due parti'', ha detto Demorand, che dirige la testata dal 2011. (ANSA)

PROFESSIONE: MAFIA, PM DI MATTEO QUERELA GIORNALISTI

eae446dc34102a4f09cda8b11af36277Il pm di Palermo Nino Di Matteo ha querelato per diffamazione a mezzo stampa Vittorio Sgarbi e i giornalisti Filippo Facci, Giuliano Ferrara ed Enrico Deaglio per una serie di pezzi scritti sulle minacce lanciate al magistrato dal boss Toto' Riina durante conversazioni intercettate con il detenuto pugliese Alberto Lorusso. "Contro di me - ha detto Di Matteo - è iniziata quella che ritengo una vera e propria campagna di stampa". "Lo querelo io - ha risposto Sgarbi - per minacce". (ANSA)

TV: QUATTRO GIORNATE DI SCIOPERO A SARDEGNA UNO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE

stefaniademichele01Giornalisti e tecnici di Sardegna Uno scioperano fino a domenica 16 febbraio, giorno delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, per protesta contro la procedura di licenziamento di 13 dipendenti. L’informazione sulla rete, per la prima volta dal 1987, sarà assente per tutta la durata della campagna elettorale. Lo scorso 16 gennaio – scrive una nota delle organizzazioni sindacali – i lavoratori avevano infatti deciso di disertare l’apertura delle manifestazioni elettorali di tutti i candidati alla Presidenza della Regione per “denunciare la grave situazione finanziaria-gestionale dell’emittente e segnalare il rischio concreto della scomparsa di una voce storica dal panorama editoriale isolano”.
Ecco come continua la nota delle organizzazioni sindacali Rsu Cdr pubblicata sul sito della Fnsi:
Il tentativo del direttore Mario Tasca, con la collaborazione del giornalista Marco La Picca, di mandare in onda un telegiornale-farsa, nonostante lo sciopero dei dipendenti, è miseramente fallito. I danni causati all’immagine dell’emittente da questa decisione scellerata sono sotto gli occhi di tutti.  Nel frattempo, l’azienda ha deciso di aprire la procedura per il licenziamento di 13 dipendenti, il 50% della forza lavoro dell’emittente. Un provvedimento annunciato, l’epilogo scontato di un percorso avviato lo scorso 30 luglio con la cessione di Sardegna Uno da parte dell’editore-banchiere Giorgio Mazzella (presidente di Banca di Credito Sardo-Gruppo Intesa) a una cordata di tre imprenditori: Sandro Crisponi, Amministratore Delegato (71% delle quote), Luigi Ferretti, patron del network nazionale 7Gold (19%) e Mario Tasca (10%). I nuovi soci, da subito, non hanno fornito nessuna garanzia finanziaria. Nessun piano di rilancio è stato presentato alle organizzazioni sindacali. In questi mesi la nuova proprietà ha adottato la tattica del rinvio: l’azionista di maggioranza ha atteso il 31 Gennaio, data di scadenza del contratto di solidarietà, per annunciare i tagli al personale. Un piano che lavoratori e sindacati contrasteranno con tutti i mezzi a disposizione.
Bene hanno fatto Associazione della Stampa Sarda, FNSI e Cgil a chiedere alla Giunta Regionale l’immediata sospensione di tutti i contributi pubblici a favore dell’emittente. Continuare a elargire risorse pubbliche a un’azienda che non paga i dipendenti da mesi, non versa i contributi al loro fondo complementare e decide di licenziare sarebbe immorale. I lavoratori di Sardegna Uno apprezzano per questo la decisione del Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, di sospendere la delibera con la quale si stanziavano 268.000 euro a favore di Sardegna Uno TV per l’acquisto di filmati d’archivio da destinare alla Sardegna Digital Library. Al futuro Presidente della Giunta chiedono, invece, di mettere ordine al sistema dell’editoria attraverso una legislazione organica che cancelli i criteri di discrezionalità nell’erogazione di contributi alle aziende. I lavoratori di Sardegna Uno ringraziano infine, tutti gli organi di informazione che in questi mesi hanno tenuto alta l’attenzione sulla loro vertenza. La situazione dell’emittente rappresenta una vera e propria emergenza democratica che può essere contrastata solo con il sostegno di tutta la categoria. (FNSI)