Per Franco Siddi (Confindustria Radio Tv) necessario un compenso equo per l'attività intellettuale su internet

Quanto vale il lavoro giornalistico su internet? O, meglio, quanto dovrebbe valere?

Per Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni (Crtv) “affinché lo sviluppo e l’innovazione abbiano valore per tutti occorre condividere un percorso che concili la tradizione giuridica europea con i processi di innovazione innescati dalla Rete. Ma quando l’innovazione si poggia sull’attività creativa messa a disposizione del pubblico – film, musica, audiovisivi, informazione professionale – tale attività deve essere remunerata”.

Lo ha detto durante un convegno a Roma, dedicato all’ ‘uso responsabile della rete e tutela dei diritti’.

Il link da solo – ha aggiunto Siddi – non è sufficiente, l’attività intellettuale deve ricevere un compenso equo, come ad esempio attraverso il sistema delle licenze da tempo abbracciato dagli operatori radiotelevisivi per il diritto di autori artisti, interpreti ed esecutori o attraverso l’informazione professionale”.

Il suo punto di partenza è chiaro: “il modello di business audiovisivo ha una tradizione di remunerazione e investimento nella creatività e nella professionalità e questi meccanismi devono essere attivati anche per gli utilizzi online””.

“Un articolo su internet o un articolo su carta dovrebbero avere le stesse tutele”, ha commentato Fabrizio Carotti, direttore generale della Fieg, la Federazione degli editori. “E’ ovvio che questo richiede anche da parte degli operatori del settore un’evoluzione al passo con i tempi, in particolare con l’offerta di contenuti. E in parallelo la rimozione dei contenuti illegali”.
Gli editori – dice ancora Carotti -ritengono di essere un presidio contro la disinformazione: è importante quindi garantire un’informazione di qualità. Ma per farlo, per garantire un’industria di qualità, servono risorse”.

Ultima modifica: Sab 20 Ott 2018