L'Espresso ceduto da Gedi, sciopero dei giornalisti

Alla fine l’ipotesi di vendita dell’Espresso è stata confermata davvero. E anche l’acquirente è quello di cui si era parlato: BFC Media.

Scrive il gruppo Gedi in una nota: «il settimanale L'Espresso potrà trovare maggiore allineamento nella strategia aziendale, rispetto alla direzione evolutiva che il Gruppo GEDI ha intrapreso e sta perseguendo da anni, centrata sull'informazione in real time per il grande pubblico e sullo sviluppo di contenuti digitali e multimediali per i quotidiani e le radio. Per accompagnare la fase di transizione, in base alle intese raggiunte, il settimanale resterà abbinato all'edizione domenicale del quotidiano La Repubblica».

La replica della redazione del settimanale, da cui nei giorni scorsi si era dimesso il direttore Damilano (leggi qui), non si è fatta attendete ed è stata molto dura. Vi si
«esprime grande preoccupazione per il futuro di un giornale che ha fatto delle inchieste e delle battaglie politiche, civili e culturali la propria ragion d'essere ed entra in un gruppo editoriale che finora si è concentrato su altri settori dell'informazione».

L'assemblea dell'Espresso ha deciso di proclamare lo sciopero a oltranza delle firme, sia sul settimanale cartaceo che online, e ha confermato l'astensione dal lavoro per impedire l'uscita del prossimo numero.

I lavoratori chiedono «un incontro urgente con i rappresentanti dei due soggetti giuridici che da oggi avranno competenza sulla pubblicazione della testata». Nella serata di lunedì anche i giornalisti di Repubblica hanno proclamato lo sciopero. Il giornale non è in edicola l'8 marzo, ne il sito viene aggiornato fino alla serata di martedì. 

Ultima modifica: Lun 7 Mar 2022