Reato di diffamazione e querele temerarie, un limite alla libertà di stampa

Una ricerca dell’Unesco, pubblicata da “Ossigeno per l’informazione”, mostra «che non solo in Italia, ma praticamente ovunque nel mondo si fa un uso scorretto del sistema giudiziario». Il rioferimento è al reato di diffamazione (per gli stati in cui vale) e alle querele temerarie che hanno l’effetto di «limitare il libero esercizio del diritto di cronaca e la libertà di espressione».

La situazione paradossalmente sia peggiorando in molti Paesi del mondo e l’Unesco cita esplicitamente il reato della diffamazione che in quattro stati su cinque (adesso in 160, di cui 15 in Europa), può portare al carcere. Questo rappresenta «un limite all’autonomia degli operatori dell’informazione e una minaccia alla difesa dei diritti umani».

«La diffamazione è ancora un reato in 39 dei 47 Paesi africani. In Asia e Pacifico, 38 Stati su 44 mantengono il reato, 6 l'hanno abrogato e uno ne ha proposto l'abrogazione parziale. Nell'Europa centrale e orientale la maggior parte dei 15 Paesi che prevedono la diffamazione come reato è previsto il carcere. Dieci Paesi hanno abolito tutte le disposizioni generali contro la diffamazione a mezzo stampa e l'ingiuria e altri quattro hanno attuato una parziale depenalizzazione».

Ultima modifica: Dom 11 Dic 2022