diffamazione

  • Diffamazione, i rischi della ‘procedura semplificata’

    Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli rilancia l’allarme “per il sempre più frequente ricorso da parte delle Procure allo strumento dei decreti penali di condanna emessi a carico di giornalisti per definire i casi relativi a presunte diffamazioni a mezzo stampa con l’applicazione di pene pecuniarie”.

  • Diffamazione, l'Ordine fa appello al legislatore

    Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti torna a chiedere di adeguare le norme sulla diffamazione. Lo fa votando all’unanimità un documento del gruppo di lavoro “Informazione e giustizia”.

  • Diffamazione, la legge ancora non convince

    Si tratta di un passo avanti nella direzione giusta perché abolisce il carcere, ma ancora non basta. Fnsi e Fieg hanno chiesto di cambiare il disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, in arrivo alla Camera.

  • Diffamazione: giornalisti ed editori chiedono modifiche

    Secondo la Federazione della Stampa e quella degli Editori “il disegno di legge di riforma della diffamazione a mezzo stampa in discussione in commissione giustizia al Senato va modificato”. Questo per tutelare “la libera e corretta informazione che è garanzia fondamentale di democrazia”.

  • Il 'rischio della beffa' per le nuove norme sulla diffamazione

    Una riforma “annacquata”? E’ il rischio che paventa la Federazione nazionale della Stampa a proposito delle norme sulla diffamazione.

  • No a risarcimenti troppo elevati per diffamazione. L'intervento della Corte di Strasburgo

    «Un risarcimento elevato nei casi di diffamazione, in grado di dissuadere un organo di stampa dalla funzione di informare la collettività su questioni di interesse generale, è una violazione dell'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo». E questo anche nei casi in cui è stato commesso un errore.

  • Reato di diffamazione e querele temerarie, un limite alla libertà di stampa

    Una ricerca dell’Unesco, pubblicata da “Ossigeno per l’informazione”, mostra «che non solo in Italia, ma praticamente ovunque nel mondo si fa un uso scorretto del sistema giudiziario». Il rioferimento è al reato di diffamazione (per gli stati in cui vale) e alle querele temerarie che hanno l’effetto di «limitare il libero esercizio del diritto di cronaca e la libertà di espressione».