Due mesi al voto: arrivano le regole per i giornalisti (soprattutto della tv)

Mancano due mesi all’appuntamento con le urne (per le elezioni europee e in molti casi comunali) e molti di noi sono impegnati già nel racconto quotidiano di una campagna elettorale aspra e combattuta con ogni mezzo.

Chi lavora in televisione (nazionale e locale) dovrà anche districarsi tra i paletti della ‘par condicio’: una legge, quella che l’ha introdotta, che è nata 24 anni fa e che senza dubbio oggi mostra il suo tempo e persino una certa inadeguatezza. Nel febbraio del 2000, quando fu varata, c’era internet certamente, ma non c’erano ancora i social network. Pensate che Facebook nacque solo nel 2004!

Molti studiosi (della comunicazione e del diritto) pensano che sia necessario rivedere profondamente la normativa (a cui si conformano ogni volta le deliberazioni dell’Agcom e della Commissione di Vigilanza della Rai), altri puntano ad una sorta di ‘complicata’ autoregolamentazione dei nuovi media, così come accadde nel 2004 per le tv locali.

Su questo sito cercheremo di approfondire il ruolo e l’impatto di ogni mezzo di comunicazione nella formazione dell’opinione politica. Tra qualche giorno conosceremo anche le nuove indicazioni delle autorità di garanzia.

Ma restiamo convinti che alla base di tutto ci debba essere l’etica del giornalista (quello ‘politico’, in questo caso), che lo rende consapevole, preparato, neutrale e non ‘tifoso’.

Ultima modifica: Sab 6 Apr 2024