La web tax italiana, la prima in Europa.

Con il via libera alla legge di bilancio 2018 l’Italia ha introdotto nel suo ordinamento la web tax. E’ il primo paese in Europa e il secondo in area Ocse farlo, alle spalle dell’India.

La web tax italiana prevede un’imposta del 3% (rispetto al 6% previsto inizialmente dal Senato) su tutte le transazioni on line di servizi (come pubblicità, analisi dei dati, cloud) effettuate da soggetti residenti o non residenti sul territorio nazionale. Si escludono quindi dalla norma i settori di e-commerce e cessioni di beni. Per questi bisognerà attendere una normativa apposita.
Sul fronte degli introiti, la stima del gettito atteso sale dagli iniziali 114 milioni ai 190 milioni di euro.

Dal suo canto la Commissione europea, che attende da oltre 5 anni una decisione dell’Ocse, si è impegnata per voce del presidente Juncker a varare entro il 2018 una web tax europea. Ma per farlo serve un voto unanime. Così Italia, Francia, Germania e Spagna per prime (ma ora il gruppo conta già 10 Paesi aderenti) hanno fatto fronte comune per trattare un accordo tra di loro e anticipare la norma.

Ultima modifica: Lun 25 Dic 2017