Papa Francesco riceve il Copercom e detta l'abc del buon comunicatore

C’era anche una delegazione dell’Ucsi all’udienza che papa Francesco ha concesso il 31 ottobre al Copercom, il coordinamento delle associazioni per la comunicazione. Vi hanno partecipato il presidente Vincenzo Varagona, la vice presidente Maria Luisa Sgobba, il segretario Salvatore Di Salvo e il consulente ecclesiastico Padre Giuseppe Riggio. Nell'occasione il presidente ha consegnato al Papa il nuovo numero di Desk.

Dice il Papa, secondo quanto riporta AgenSIR: «Non bisogna temere di lasciarsi interpellare dalle sfide e dalle opportunità che il tempo presente propone. In questo dovreste essere esperti: esperti di cambiamento!». Per farlo, visto che i processi comunicativi cambiano continuamente e velocemente, serve un «di più di progettualità e visione».

Però, aggiunge ancora il Papa «il cambiamento, per essere affrontato e gestito in maniera fruttuosa, richiede una buona capacità educativa e formativa. Vi invito a guardare, in modo particolare, alle nuove generazioni e a individuare i percorsi più adatti per stabilire con esse contatti significativi».

L'abc del buon comunicatore è "Incontro, ascolto e parola”, azioni che devono guidare il lavoro dei comunicatori. Nell'incontro con l'altro bisogna «aprire il proprio cuore, senza finzioni, a chi si ha davanti. L’incontro è il presupposto della conoscenza. Se non c’è l’incontro, non c’è comunicazione: ma perché c’è l’incontro ci vuole la sincerità, far finta di incontrarsi, quello è brutto. Poi viene l’ascolto. Molto spesso ci accostiamo agli altri con le nostre convinzioni, fatte di idee preconfezionate, e rischiamo di rimanere impermeabili alla realtà di chi abbiamo di fronte. La parola, uscita dal silenzio e dall’ascolto, può diventare annuncio, e allora la comunicazione apre alla comunione. Noi stiamo in una cultura che è caduta nell’aggettivismo: solo aggettivi, si perde la sostanzialità delle cose. Questa stessa dinamica può imprimere anche una svolta per le diverse conflittualità che sembrano voler fagocitare questo tempo”.

Infine la raccomandazione: «cambiare non significa assecondare le mode del momento, ma convertire il proprio modo di essere e di pensare, a partire dall’atteggiamento di stupore di fronte a ciò che non muta eppure è sempre nuovo! Stupore che è l’antidoto contro l’abitudine ripetitiva e l’autoreferenzialità”.

Riguardao alla natura del Copercom, il Papa insiste: «Coordinare non è un’attività semplice, richiede pazienza, visione, unità d’intenti e, soprattutto, la valorizzazione delle singole identità associative, che vanno poste a servizio dell’insieme. Occorre far fruttificare i talenti e le competenze a beneficio di tutti, a servizio della Chiesa in Italia».

dee roma

Ultima modifica: Lun 31 Ott 2022