Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

PROFESSIONE: FESTIVAL GIORNALISMO D’INCHIESTA DI OSIMO. PRESIDENTE IACOPINO SULLO SFRUTTAMENTO DEI GIOVANI REPORTER

Iacopini-2Al Festival del Giornalismo d'Inchiesta di Osimo e' intervenuto il Presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino che ha parlato sulla professione: "Abbiamo - ha detto - una reputazione noi giornalisti che ci meritiamo di avere, ma quello che si dice di noi è esagerato rispetto alla realtà". Ha poi criticato quei redattori o direttori di giornali, che negano la libertà dei giovani giornalisti, pagandoli una miseria e puntando sul fatto che il mercato del lavoro è in crisi. Dunque ecco la risposta, quando ci domandiamo come mai il giornalismo di una volta non c'è più, perchè il reporter sia una figura che via via sta scomparendo, come mai le notizie sono sempre meno di qualità. "C'è una cosa che non capisco della politica - ha detto Iacopino - Ci sono leggi che perseguono il caporalato in agricultura, cioè quelli che, nella mia Calabria, passano col pulmino per caricare lavoratori per raccogliere i pomodori per 25 euro al giorno. Perché non avviene nel mondo dell'informazione?". Ma i giovani giornalisti che si lasciano sfruttare sono complici perché se non ci fosse la loro complicità in primis "non verrebbero pagati una porcheria". Si è poi parlato della morbosità di alcuni modi di fare giornalismo, in particolare quello dei casi di cronaca nera nazionale che, a volte, fanno dimenticare a qualcuno cosa significhi essere giornalista. Su questo Iacopino ha citato Pippo Fava, giornalista ucciso con 5 colpi di pistola alla testa: "Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo."

Da questo incontro con il Presidente dell'Ordine è venuta fuori una relalà dura, difficile sia per chi è dentro il mondo del giornalismo da anni, sia per chi solo oggi ci si vuole affacciare. Ascoltare Iacopino, che per descrivere le condizioni di degrado del lavoro, ha citato un giornale, che percepisce più di 2 milioni di euro all'anno di finanziamento pubblico e poi paga i suoi collaboratori 50 centesimi lordi ad articolo, è stato come ricevere un cazzotto nello stomaco e se qualcuno pensasse che in fondo sono solo problemi di chi fa il giornalista, ha sbagliato di grosso. Chi ci rimette davvero è l'intero paese, che deve rinunciare ad un diritto sancito della Costituzione: avere una stampa libera e un'informazione di qualità. Iacopino ha poi concluso all'incontro con un messaggio ai giovani giornalisti di Ancona e d'Italia: "Non ho una ricetta per l'oggi, ma so che se qualcuno, il giornalista lo vuole fare davvero, dal profondo del cuore, non ci sarà nulla che lo potrà distogliere da questo". (ANCONATODAY)

GIORNALISTI: CONTINUA MOBILITAZIONBE FNSI PER EQUO COMPENSO. RACCOLTA DI FIRME E MANIFESTAZIONI PUBBLICHE

EQUO"Continua a svilupparsi, con successo, l'iniziativa della Commissione lavoro autonomo della Fnsi a sostegno dell'approvazione della proposta di legge già approvata dalla Camera dei deputati ed ora all'esame della Commissione lavoro del Senato della Repubblica". E' quanto si legge in una nota del sindacato dei giornalisti, secondo la quale "sono già oltre 1700, ed aumentano ogni giorno, le firme raccolte in calce alla petizione, rilanciata su web dall'associazione Articolo 21, che chiede al nostro Parlamento di approvare entro questa legislatura una legge che deve avere lo scopo di compiere un atto di giustizia nei confronti di migliaia di giornalisti che lavorano, da anni, senza che la loro attività venga ricompensata come equità e norme costituzionali vorrebbero". "Giornalisti, personalità della cultura e dello spettacolo, delle istituzioni e della politica, associazioni sindacali e sociali hanno sottoscritto - si legge nel comunicato - l'appello riconoscendo la giustezza della nostra battaglia. Tra i firmatari, oltre al segretario generale ed al presidente della Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale, ed al segretario dell'Ordine dei giornalisti, Giancarlo Ghirra, molti freelance e giornalisti contrattualizzati, rappresentanti di Associazioni di stampa regionali, dell'Ordine e di Coordinamenti di lavoratori autonomi". "A sostegno dell'appello - comunica la Federazione della stampa - anche l'ex-sindaco di Venezia Massimo Cacciari, l'astrofisica Margherita Hack, gli attori Ottavia Piccolo, Lella Costa, Alessandro Gassman, Alessio Boni ed Ascanio Celestini, il cantautore, attore e regista, David Riondino, oltre al NIdiL, sindacato dei lavoratori atipici della Cgil, la campagna ‘Giovani (Non+) disposti a tutto' della stessa Cgil e la responsabile delle Politiche giovanili della Cgil nazionale, Ilaria Lani, l'associazione 20 Maggio - Flessibilità Sicura del Forum del Lavoro del Partito democratico, Eleonora Voltolina, direttore de ‘la Repubblica degli stagisti!' ed Antonio Pizzinato, già segretario generale Cgil, ex-deputato e sottosegretario al Lavoro del primo governo di Romano Prodi". "A sostenere le ragioni dell'appello - prosegue la nota - si sono uniti anche i parlamentari Giuseppe Giulietti (gruppo misto e portavoce di Articolo 21), De Biasi e Anna Maria Carloni, Daniela Sbrollini, Furio Colombo, Roberto Zaccaria, Olga D'Antona, Mario Adinolfi, Giorgio Merlo, Andrea Sarubbi, Vincenzo Vita, Sandra Zampa (Pd), Goisis e Rivolta (Lega), Frassinetti e Giancarlo Mazzucca (Pdl), Enzo Carra e- Pierluigi Mantini (Udc), Silvano Moffa (Popolo e territorio), Pardi e Zazzera (Idv), Enzo Raisi e Fabio Granata (Fli)". "Il miglior modo di ringraziare tutti è quello di proseguire l'azione intrapresa dando luogo a nuove iniziative come quelle che hanno fatto seguito alla conferenza stampa tenuta nella stessa sede del Senato, con l'incontro svoltosi a Napoli e, poi, di nuovo a Roma per iniziativa delle Associazioni regionali di stampa. Fino all'approvazione della legge la Fnsi non intende demordere perché quella per l'equo compenso è assieme una battaglia di giustizia sociale e di libertà. E dopo l'auspicata approvazione l'impegno proseguirà - conclude la Fnsi - perché la legge sia correttamente e completamente applicata". (FNSI-TMNEWS)

TV: RIDATECI LA RAI IN BELGIO. INIZIATIVA EUNEWS: RACCOLTA DI FIRME PER RIATTIVARE IL SERVIZIO

rai_logo_piccolo-300x214Rai 2 e Rai 3 dal primo ottobre non sono più visibili in Belgio. Fino al 30 settembre erano diffuse da Belgacom, ma, scaduto il contratto con Viale Mazzini, non si è riusciti a giungere ad un nuovo accordo. Non sappiamo perché l'intesa sia fallita - e' detto in una nota del portale di eunews che e' anche il promotore dell'iniziativa della raccolta delle firme -, sappiamo però che per noi italiani in Belgio si tratta di una perdita grave e dolorosa. Crediamo che dovere del servizio pubblico sia anche quello di offrire ai cittadini all'estero la pluralità della sua ricca produzione, che ci permette anche di essere più vicini al nostro Paese, a quel che lì accade ed a come lì si interpretano i fatti del Mondo. Chiediamo dunque, come italiani alla Rai e come ospiti a Belgacom, di lavorare intensamente, di fare uno sforzo di buona volontà per ripristinare un servizio seguito ed importante. La promozione dell'immagine del Paese all'estero comincia da gesti concreti. Anche la comunità italiana in Belgio, che già da anni domanda più forti investimenti e politiche culturali, ritiene che un'attenzione del servizio pubblico verso questi cittadini indichi il riconoscimento e la valorizzazione del proprio contributo in questo sforzo. (EUNEWS)

Un'iniziativa di www.eunews.it

La pagina dei promotori e delle firme

http://www.eunews.it/ridateci-la-rai-in-belgio-firma-anche-tu/

 


PROFESSIONE: CRISI GIORNALISMO PEGGIORA, SOLO UN QUINTO TROVA LAVORO. CONVEGNO PER I 20 ANNI DELLA SCUOLA DI PERUGIA. ANSELMI (FIEG): PUNTARE SUL MERITO. NATALE (FNSI): SI ACCEDA SOLO DA SCUOLE

41f1661693cc12d144a86362f08559aeOgni anno arrivano sul mercato mille nuovi giornalisti, di questi non più di 200 trovano lavoro. Ora con la crisi che peggiora, cinque testate chiuse negli ultimi mesi, oltre 200 giornalisti in cassa integrazione, i problemi legati all'accesso alla professione si fanno sempre più pressanti. Il tema è stato al centro dell'incontro 'Giornalista, un mestiere in un mercato senza merito?', organizzato per i venti anni della Scuola di giornalismo di Perugia e aperto con un messaggio di saluto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.(nella foto: il direttore dell'Ansa, Contu, l' ad di Sky Italia, Zappia e il dg. Rai, Gubitosi)
Direttori, editori, manager e sindacato si sono confrontati sull'argomento, scontrandosi sull'opportunità o meno di eliminare il praticantato e consentire l'accesso solo attraverso le scuole. Un'idea lanciata dal direttore di Rai Parlamento, Gianni Scipione Rossi, sostenuta dal presidente della Fnsi, Roberto Natale, anche per limitare gli ingressi, ma contestata dal direttore de Il Tempo, Mario Sechi, secondo il quale "é un'ipotesi illiberale, che esclude i talenti irregolari".
Anche il dg della Rai, Luigi Gubitosi, pur sottolineando la centralità per la tv pubblica della Scuola di Perugia, ha poi precisato che "la frequentazione della scuola non può essere un vincolo". Un tema caro alle decine di giovani presenti al convegno, che oltre alle tradizionali difficoltà di ingresso in un settore da sempre legato al potere, devono ora fare i conti con una crisi che chiude ancor più le porte. "Non è vero che non esiste merito in assoluto - ha detto il presidente Fieg, Giulio Anselmi -. Io ho assunto una quantità di persone per merito, il problema dell'Italia è però il capitalismo relazionale che si ripercuote su tutto. Occorre reinventare la professione, puntare sulla qualità. Per questo nella Fieg è nata la commissione per la formazione, per lavorare insieme al sindacato". "Noi abbiamo 400 giornalisti, tanti giovani e appassionati - ha affermato l'ad di Sky Italia, Andrea Zappia -. Non solo gli editori, ma anche i giornalisti devono avere la voglia di mettersi in gioco".
Nel mirino è finito il sindacato. "Quando si difendono tutti allo stesso modo - ha detto Gubitosi -, ciò non aiuta la meritocrazia",. "I modelli che ci sono ora non reggono più - ha affermato il direttore dell'ANSA, Luigi Contu -. Devono avere coraggio gli editori e dobbiamo avere coraggio noi nell'aprire le redazioni. Serve una flessibilità più ampia che in passato". Contu ha quindi invitato all'ottimismo, sostenendo che "il mestiere ha ancora senso, ha un futuro", proprio come Giovanni Floris, secondo il quale "i sistemi quando traballano creano varchi e questo è un momento d'oro per gli outsider". Meno ottimismo è trapelato dalle parole di Natale, che ha ricordato "l'esercito dei collaboratori pagati pochi euro a pezzo", sostenendo la necessità della legge sull'equo compenso, e spinto per l'approvazione della legge sull'editoria, in discussione in Parlamento. Il direttore di Radio Uno, Antonio Preziosi, ha sottolineato che "dietro la tecnologia ci sono persone", che "l'umanità deve caratterizzare il nostro lavoro". Per il vicedirettore de Il Corriere della Sera, Antonio Macaluso, "bisogna fare autocritica, i giornali sono troppo vecchi. Il problema è trovare il modo di fare entrare i giovani" . (ANSA)

GIORNALISTI:SIDDI, CANCELLARE CARCERE PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA. MINISTRO SEVERINO: SOSTEGNO GOVERNO A DDL

FREE_PRESSCancellare il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. E' questa una richiesta che la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) avanza da tempo ma che oggi - in un convegno organizzato dalla stessa Federazione su la diffamazione e la tutela dell'esercizio della liberta' d'informazione e che ha visto la presenza, tra gli altri, del ministro della Giustizia, Paola Severino, e di parlamentari di Pdl, Pd, Idv, Udc - viene ribadita con forza. Il convegno arriva pochi giorni dopo la condanna definitiva ad un anno e quattro mesi di prigione per diffamazione del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ma, chiarisce il segretario della Fnsi, Franco Siddi, ''noi non siamo qui  per chiedere una legge per un collega, una legge 'Sallusti', ma chiediamo una legge per un giornalista libero in Italia''. Innanzi tutto, continua Siddi, ''chiediamo la cancellazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa''. Un intervento sulla materia, continua Siddi, che rappresenta la naturale conseguenza della ''richiesta, che avanziamo da 15 anni, della riforma della legge del 1963 istitutiva dell'ordine dei giornalisti''. Siddi illustra poi in sintesi le proposte di modifica per una riforma dell'ordinamento penale e civile sulla materia. Proposte messe a punto da un gruppo di lavoro tecnico-politico della Fnsi-Ordine dei giornalisti del quale fa parte, tra gli altri, l'avvocato Bruno Del Vecchio, consulente legale della Federazione. Il sindacato dei giornalisti in sostanza chiede: l'eliminazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa; la rettifica deve essere considerata, diversamente da cio' che avviene oggi, un motivo di esclusione della punibilita'; introduzione per legge del principio (oggi affermato dalla giurisprudenza) che non commette reato chi pubblica, senza alterazioni, dichiarazioni altrui riportate letteralmente e in maniera riconoscibile (il cosiddetto 'virgolettato'); introduzione di meccanismi per rafforzare il diritto al risarcimento del danno conseguente alla 'querela temeraria'; abolizione dell'Istituto della riparazione pecuniaria; estenzione della prerogatova del segreto professionale anche ai giornalisti pubblicisti; intervento sulle richieste di risarcimento danni ''assolutamente spropositato'' che molti giornalisti e molti editori sono costretti a subire. Al convegno ha preso parte anche il presidente della Fieg, e gia' direttore di giornali periodici, Giulio Anselmi. Secondo Anselmi, innanzitutto ''vicino al diritto dell'informazione c'e' il diritto ad essere informati correttamente''. Detto questo, continua Anselmi, ''esiste una sproporzione tra la pena del carcere e l'attivita' di informazione dei giornalisti''. La Fieg chiede quindi ''una seria disciplina dell'Istituto della rettifica, una limitata responsabilita' oggettiva delle aziende e un limitato risarcimento dei danni''. Anselmi sottolinea che quello che stiamo vivendo ''e' un momento di crisi dell'informazione tradizionale. Per superare questa crisi serve una riforma dei prodotti e del modo con cui questi prodotti sono fatti''. Il presidente della Fieg sottolinea pero' che ''il giornalismo tradizionale, rispetto all'informazione via internet, ha caratteristiche di credibilita' e di affidabilita'. Sarebbe quindi un danno irresponsabile al giornalismo'', conclude Anselmi, non intervenire su questioni come il carcere per la diffamazione a mezzo stampa. (ASCA)