Torture in carcere, 'basta ingerenze nel lavoro dei giornalisti'. La nota del sindacato campano

Fin dove può spingersi il diritto di cronaca per fatti come quelli del carcere di Santa Maria Capua Vetere? Il dibattito è aperto, le sollecitazioni si moltiplicano. E rischiano di diventare vere e proprie ingerenze, soprattutto dal mondo della politica.

E così in una nota di queste ultime ore il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime «preoccupazione per le continue e inopportune ingerenze sul mondo dell'informazione per il racconto giornalistico sulle torture ai detenuti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere».

La tesi è che a fronte della richiesta alla stampa di autolimitarsi, dovrebbe esserci un identico impegno ad accertare la verità e trarne le conseguenze. «Tra l'altro, la reale comprensione di quanto è accaduto è stata possibile grazie alle immagini e alle informazioni pubblicate dai giornali, senza le quali avrebbe prevalso il tentativo di insabbiare tutto», prosegue la nota.

Per il sindacato regionale della Campania occorre che i giornalisti proseguano il loro lavoro «rispettando esclusivamente il diritto essenziale dei cittadini ad essere informati» e continuino a «fare emergere lati oscuri di una vicenda inquietante che rappresenta una macchia sul sistema carcerario italiano».

Ultima modifica: Lun 5 Lug 2021