#lamiascintilla/5 - La tastiera ogni volta mi fa riflettere e progettare
La professione di giornalista, strumento di salvezza. Sarebbe il titolo della mia storia professionale.
Piccoli editoriali per la condivisione e il confronto
La professione di giornalista, strumento di salvezza. Sarebbe il titolo della mia storia professionale.
Il sacro fuoco dell’informazione mi scorreva nelle vene come la Nutella, quand’ero appena dodicenne. In realtà, non avevo la più pallida idea di cosa significasse «fare informazione», ma dentro di me c’era qualcosa che mi spingeva a donarmi agli altri, a fare qualcosa per la comunità.
In origine fu una professoressa di italiano alle medie. Sosteneva che scrivevo benino (ricordo ancora un "tema", di cui adesso mi vergognerei a dirmi autore, su un vecchio ontano che confessa le sue pene a un giovane castagno. Terrificante) e poiché allora si riteneva che il requisito forte per diventare giornalista fosse scrivere bene, già questo rappresentò un inizio di scintilla.
3 maggio 2019. Nella giornata mondiale della libertà di informazione, che coincide con il sessantesimo anniversario dalla fondazione dell'Ucsi, mi trovo nella mia città d'origine per una conferenza sull'informazione come bene comune e per l'assegnazione – contestuale - dei premi della Fondazione padre Baldassarre Califano a due giovani partecipanti alla scuola di politica organizzata dal gruppo Vangelo Cultura e Territorio, presso il teatro della Parrocchia di S. Antonio da Padova.
Non ricordo che da ragazzo desiderassi fare il giornalista. Penso di esserci semplicemente capitato.