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OSSERVATORIO BALCANI CAUCASO: APPELLO DI FNSI, CGIL E UIL PER SCONGIURARE LICENZIAMENTI E CHIUSURA

1Oss Balcani CaucasoDa sei a quattro licenziamenti  all’Osservatorio Balcani Caucaso di Rovereto. Lo hanno annunciato il Tesoriere della Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto Renzo Michelini ed il consulente del lavoro Giorgio Giovanelli a Sindacato Regionale Giornalisti del Trentino Alto Adige - FNSI, Cgil e Uil del Trentino.

Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato congiuntamente che in questo modo la Provincia di Trento, titolare della convenzione che ha finanziato il progetto in questi 15 anni, vuole - di fatto - chiudere l’Osservatorio Balcani e Caucaso. 
Iniziativa paradossale, nel momento in cui l’Osservatorio ha vinto in partenariato internazionale con Lipsia un bando europeo da un milione e centomila euro, di cui un terzo per l’OBC, sulla libertà di stampa nell’Unione Europea e che contraddice la politica – a parole – della Provincia di Trento tesa all’internazionalizzazione del Trentino. Senza considerare inoltre altri quattro bandi europei per i quali si attende a breve una risposta. 
“In questi anni OBC si è speso per la libertà di stampa in Europa, in particolare nel sud-est del nostro continente. Si è messo al fianco di quei giornalisti che per fare il loro lavoro rischiano la vita. Riteniamo la testata www.balcanicaucaso.org un patrimonio non solo trentino, ma italiano ed europeo da non disperdere. 
Rovereto e il Trentino hanno ottenuto in questi anni grande visibilità nazionale ed internazionale grazie a questo progetto. E' un esempio virtuoso di terziario avanzato, con altissime professionalità difficilmente reperibili sul mercato. E invece, con una logica contabile, lo si affossa. Alcune centinaia di personalità hanno preso posizione contro la chiusura dell’Osservatorio quali ambasciatori, funzionari europei, professori universitari, rappresentanti del Consiglio d'Europa, giornalisti di fama internazionale, firmando un appello a sostegno dell'attività di Osservatorio. Nomi che vanno dal giornalista Paolo Rumiz di Repubblica al collega Tim Judah dell'Economist, dall'Ambasciatrice rumena in Italia Dana-Manuela Constantinescu a Nils Muižnieks, rappresentante per i diritti umani del Consiglio d'Europa. 
Chiediamo, dunque, un incontro urgente al Presidente della Provincia Autonoma di Trento e della Regione Trentino Alto Adige Sued Tirol, Ugo Rossi, affinchè si apra un tavolo di trattativa che possa congelare i preannunciati licenziamenti e trovare una soluzione strutturale ed organica all’Osservatorio Balcani e Caucaso di Rovereto. 
Raffaele Lorusso, Segretario Generale FNSI , Stefan Wallisch, Segretario Regionale Sindacato Giornalisti Trentino Alto Adige , Roland Caramelle, Segretario Filcams Cgil del Trentino 
Matteo Salvetti, Segretario regionale Uiltucs. (UCSI)

PROFESSIONE: ART.21, SOLIDARIETÀ A FEDERICA ANGELI. A LEI IL PREMIO INCHIESTE CORAGGIOSE

1ange"La giornalista di Repubblica Federica Angeli è stata nuovamente oggetto, attraverso Facebook, di minacce e intimidazioni da parte della criminalità organizzata del litorale romano. Come Articolo21 - affermano Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce dell'associazione - non solo esprimiamo  solidarietà alla collega ma riteniamo che debba essere quantomeno raddoppiata l'attenzione nei confronti di questo ed altri casi perché, ogni giorno di più, la criminalità inserisce nell'elenco dei suoi principali avversari proprio quei cronisti che hanno deciso di centrare la loro azione sulla lotta al malaffare e sull'illuminazione delle oscurità. Anche per questo appare sempre più inopportuno che si ipotizzino nuove norme che possano ostacolare o limitare il pieno esercizio del diritto di cronaca". "Già nei mesi scorsi - concludono Corradino e Giulietti - abbiamo annunciato la nostra intenzione di consegnare a Federica Angeli il premio di Articolo21 per le sue inchieste coraggiose. Un riconoscimento che saremo ancora più orgogliosi di destinarle nella prossima assemblea nazionale che si terrà ad aprile". ( ARTICOLO21)

PROFESSIONE: SCOMPARSO GIORGIO MELIS, UNA VITA PER IL GIORNALISMO

1melisHa raccontato per cinquant’anni, attraverso la cronaca e i commenti, la storia della Sardegna. A 76 anni, Giorgio Melis, cagliaritano, uno dei più importanti, forse il più importante, tra i giornalisti sardi del dopoguerra, se s’è andato dopo una lunga malattia. A febbraio aveva compiuto le nozze d’oro con la professione: era iscritto all’Ordine dei giornalisti dal febbraio del 1965.
Un uomo contro, un polemista spietato. Non c’è stato evento della storia isolana di cui Giorgio Melis non sia stato narratore e testimone. Prima sulle pagine de l’Unione sarda, di cui divenne condirettore e dove – a parte una breve esperienza come capo ufficio stampa del consiglio regionale – lavorò fino al 1985. Poi, per oltre vent’anni, de La Nuova Sardegna dove entrò come vicedirettore, chiamato da Alberto Statera. Quindi sul quotidiano Il Sardegna di Nichi Grauso di cui fu direttore editoriale dal 2004 al 2006 quando si dimise clamorosamente per la mancata pubblicazione di un suo editoriale di denuncia sul caso Sismi-Abu Omar e il doppio ruolo di Renato Farina, giornalista e informatore del servizio segreto.
Dagli anni del Piano di Rinascita al Berlusconismo, dall’epopea di Graziano Mesina all’era del giudice Luigi Lombardini, dall’Unità autonomistica allo scandalo dei fondi ai gruppi consiliari, migliaia di articoli, di interventi pubblici, di analisi, spesso ripresi dalla stampa nazionale. Dopo le dimissioni dal Sardegna, giunto ormai alla soglia dei settant’anni, Giorgio Melis nel 2006 si lancia a mani nude in una nuova impresa con l’apertura del sito (e per un periodo anche di un giornale cartaceo) L’altra voce che diventa rapidamente un punto di riferimento imprescindibile per quanti vogliono avere delle vicende sarde una lettura non piegata agli interessi della lobby politico-editoriale che controlla l’informazione isolana.
I suoi articoli su l’Altra voce, mentre vengono ripresi da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, da Marco Travaglio e Michele Serra, sono  messi all’indice da buona parte della classe politica sarda. Addirittura con una richiesta bipartisan di escluderli dalla rassegna stampa del Consiglio regionale. E’ il febbraio del 2008. Commenta Melis: “La maggioranza dell’assemblea si leva indignata (per fortuna con alcune voci di netto dissenso) o tace e acconsente contro il nostro giornale. Lo mette al centro del dibattito e molti onorevoli concludono: per il trionfo della democrazia, imbavagliate quella voce, fatela tacere. I cannoni contro un moscerino su Internet. Va schiacciato: la Sardegna non ha altri problemi, potrà perseguire le magnifiche sorti e progressive. Ridicolo”.
Nell’estate del 2009 L’altra voce sospende le pubblicazioni. Scrive Melis  ai lettori: “Quest’anno la pausa estiva dell’Altravoce.net coinciderà con l’estremo tentativo di resistere e sopravvivere con un restyling in corso, rinnovando la grafica, ampliando e diversificando i contenuti con una sinergia tecnologica d’avanguardia. Queste le nostre buone intenzione di cui sono lastricate le strade per un’onesta informazione. Con mezzi minimi, oggi tuttavia diventati quasi inarrivabili specie per chi canta fuori dal coro e non ha accesso ai mezzi pubblici gestiti come affare privato”.
Il sito riparte, sempre con pochissimi mezzi. Va avanti fino al 2012. Contemporaneamente Giorgio Melis affianca – generosamente e in modo totalmente gratuito – la breve vita del quotidiano Sardegna 24. Scrive editoriali importanti. Sostiene la direzione e la redazione fino agli ultimi giorni. Partecipa alla nascita dell’Associazione Asibiri, per la libertà d’informazione, e di Sardinia Post.
Una vita spesa sul fronte del giornalismo che informa e denuncia, che contribuisce alla crescita civile della collettività. Negli ultimi anni esclusivamente con le proprie forze, il sostegno di pochi amici e di una capacità lavorativa fuori dal comune, unita a una professionalità straordinaria e a un amore speciale per la propria terra. Chiamato giovanissimo a entrare nella redazione politica de Il Messaggero, Giorgio Melis scelse di stare in Sardegna. E così anni dopo quando, passato a La Nuova Sardegna e al gruppo editoriale l’Espresso, fu distaccato all’ufficio centrale de La Repubblica. Un amore a volte rabbioso e disperato per le occasioni perdute, per l’ambiente maltrattato, per il degrado dell’etica pubblica. Per tutto ciò che ha tolto la Sardegna ai sardi e ne ha fatto “L’Isola degli altri”, come intitolò nel 1985 il suo libro dedicato alla storia isolana del dopoguerra.
Due anni fa la malattia. Che Giorgio Melis affronta alla sua maniera. Di petto, con coraggio, come una sfida, continuando a scrivere finché le forze glielo consentono. All’inizio del 2014 apre un blog su questo giornale, e lo chiama “L’altra voce”. L’ultimo suo editoriale, lo scorso 7 novembre, lo dedica al settantesimo compleanno di Gigi Riva e al ricordo del “gran rifiuto” che Rombo di Tuono oppose alle offerte di Silvio Berlusconi di entrare in politica nel 2004, per affiancare Mauro Pili nella battaglia poi persa contro Renato Soru.
“Vale la pena di ricordare – scrive – quella scelta di un uomo coerente e dritto come un fuso perché, benché siano passati solo dieci anni e il fatto a suo tempo abbia avuto grande risalto anche nazionale, mi pare che quasi nessuno lo abbia ricordato e sottolineato come necessario. Anche per sintetizzare quanto meritano le qualità extrasportive del Riva cittadino. Consapevole di quanto rappresenti per la Sardegna. Consapevoli tutti di quanto abbia sempre ed accuratamente evitato di impiegare men che onorevolmente l’affetto e la stima che lo circondano da mezzo secolo nell’Isola”.
Parole che oggi riferiamo al loro autore: un uomo coerente e dritto come un fuso. Un maestro di giornalismo e di vita. La sua scomparsa lascia un vuoto che nessuno è in grado di colmare.(SARDINIAPOST)

CASO PANAMA/IMPREGILO/RAI: IACOPINO, "NON SI OFFRE UN BUON SERVIZIO"

1impFa discutere, in tema di commistione informazione-pubblicità, la settimana offerta da Impregilo-Salini  a 19 giornalisti italiani tra mare e hotel di lusso a Las Vegas e a Panama per mostrare le meraviglie dell'impresa italiana che ha ampliato il Canale. Folta la rappresentanza dei giornalisti della tv di Stato, tanto che i vertici Rai hanno annunciato che prenderanno provvedimenti.
Ampia la lista  dei giornalisti coinvolti, sono 19 e di varie testate, da Panorama a Repubblica, con particolare attenzione per i rappresentanti della televisione di Stato, da Porta a Porta a Petrolio, oltre a Tg2, Radio Rai, Rai News. Una spedizione di sette giorni, con traversata oceanica in aereo, tappa a Las Vegas per perlustrare un tunnel idraulico e poi rientrare in Italia e scrivere.
"Spero che la regia finale valga la spesa - interviene Enzo Iacopino, presidente nazionale dell'Ordine dei Giornalisti - È un grande spot. Fino a qualche anno fa questo tipo di operazioni si chiamava educational, allora dissi che noi dovevamo contrapporre un ri-educational per i colleghi, perché i cittadini hanno il diritto a ottenere un'informazione serena. Non ho mai visto un servizio critico da parte di giornalisti chiamati, magari  a Dubai, per il lancio commerciale di una nuova automobile o motocicletta". (ODG)

INFORMAZIONE AMBIENTALE: I DATI DELL'OSSERVATORIO ECO-MEDIA

1giornalismo-ambientaleInformazione ambientale parte integrante del flusso informativo, ma con alcuni limiti. All’interno dei quotidiani spesso si posiziona nelle pagine interne, nel 91% dei casi, salvo il manifestarsi di eventi legati a manifestazioni climatiche estreme o al dissesto idrogeologico. A tracciare il profilo dell’informazione ambientale in Italia è il 1° Rapporto dell’Osservatorio Eco-Media, organismo nato dalla collaborazione tra Pentapolis Onlus e Lumsa. L’indagine è stata condotta analizzando il comportamento di quattro grandi quotidiani nazionali: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Repubblica e La Stampa.
Nel 32% dei casi le notizie vengono rivolte perlopiù alle imprese, a conferma del crescente ruolo che la green economy sta recitando nel panorama economico e finanziario nazionale. Sono i cittadini i referenti designati nel 12% delle pubblicazioni mentre il 9% delle notizie vede come principali portatori di interesse enti locali e società civile (9%).
Un’attenzione che appare tuttavia “significativa, ma discontinua”. L’andamento attuale pone secondo l’Osservatorio Eco-Media una questione di particolare importanza come la definizione di priorità. Risulterebbero al momento costretti nelle retrovie temi quali la sostenibilità, la mobilità sostenibile, l’alimentazione e la corretta gestione dei rifiuti, le cui necessità sono spesso disattese a fronte di coperture sempre maggiori riguardo i temi della politica.
L’economia può e deve poter contare anche a livello mediatico sulle “questioni ecologiche”, grazie al contributo fondamentale dell’informazione ambientale. Come ha affermato Massimiliano Pontillo, presidente di Pentapolis Onlus:
La sostenibilità può e deve essere la leva da cui far ripartire una diversa economia, circolare, che sappia conciliare l’interesse generale con quello particolare, rimettere in movimento l’occupazione, soprattutto giovanile, e dare il via ad un nuovo eco-Rinascimento.
L’informazione ambientale è uno dei passaggi fondamentali e può essere un elemento determinante per incidere realmente sulla coscienza collettiva e sui decisori pubblici: ma i media mainstream ancora non brillano per particolare attivismo.
Il progetto ha potuto avvalersi dell’adesione del Presidente della Repubblica, della collaborazione di FNSI e ODG e del patrocinio di Commissione Europea, Ministero dell’Ambiente e ISPRA. Hanno fornito infine la loro partecipazione, tra gli altri: Kyoto Club, WWF, Fare Verde e Cittadinanzattiva.(GREENSTYLE)