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STAMPA NEL MONDO: REPORTER SENZA FRONTIERE, 2011 ANNO CRITICO PER LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE. 66 GIORNALISTI UCCISI

cartinaAncora un anno critico per la libertà di stampa nel mondo. Lo documenta il Rapporto 2011 di Reporter senza frontiere, pubblicato oggi. 66 giornalisti assassinati, di cui 20 in Medio Oriente, 71 rapiti, 1044 arrestati, 1959 aggrediti o minacciati, 73 costretti a fuggire all'estero, 499 media censurati e sul fronte internet: 5 cyberdissidenti uccisi, di cui 3 in Messico, 199 blogger arrestati, 62 aggrediti, 68 i Paesi che hanno ‘oscurato' il web. Cifre drammatiche sulle quali riflettere ed agire per tutelare la libertà di stampa nel mondo. Per la prima volta Reporter senza frontiere segnala i 10 luoghi più pericolosi dei media. Dalle città della primavera araba: da Manama capitale del Bahrain, a Piazza Tahir Al Cairo in Egitto, a Piazza del Cambiamento a Sanaa nello Yemen, a Deraa, Homs e Damasco in Siria; e poi Abidjan in Costa d'Avorio stretta nella morsa del conflitto elettorale tra l'ex presidente Gbagbo e Ouattara; ed ancora in Africa, Misurata in Libia e Mogadiscio in Somalia; quindi in Asia le aree urbane di Manila, Cebu e Cayan de Oro nelle Filippine; e Khuzdar in Pakistan; infine Veracruz in Messico, afflitta dal narcotraffico. Rispetto al 2010 sono aumentati del 16% gli assassinii, del 43% le aggressioni, sono raddoppiati gli arresti, soprattutto di cyberdissidenti in prima fila nel diffondere notizie sulle proteste popolari, censurate sui media tradizionali. Ancora un dato: Cina, India ed Eritrea restano le prigioni più grandi del mondo per gli operatori dell'informazione. (RADIOVATICANA)

INPGI: POLEMICA GIORNALISTI MINISTRO DEL LAVORO. IL PRESIDENTE DELL’UCSI, ANDREA MELODIA, INVITA AD ABBASSARE I TONI

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Un invito ad abbassare i toni della polemica tra i giornalisti e il ministro del lavoro Fornero viene dal presidente dei giornalisti cattolici italiani Andrea Melodia. E' certo necessario che il ministro acquisisca informazioni corrette sia sullo stato di salute dell'Istituto di previdenza dei giornalisti, sia sul precariato da fame che caratterizza l'accesso al lavoro nella categoria, e bene ha fatto il segretario della FNSI a ricordarglielo. Il ministro verifichi rapidamente come l'INPGI abbia i conti in ordine e l'INPGI eviti di legare le sue sorti agli enti previdenziali privati che fossero in condizioni diverse. Quanto all'accenno del ministro al rapporto privilegiato tra giornalismo e politica, sono ormai molti anni che non ne deriva alcun vantaggio contrattuale per la categoria. Tuttavia indignarsi è fuori luogo soprattutto da parte di chi ha il compito di vigilare sulla deontologia professionale: ci si preoccupi del fatto che oltre il 67% degli italiani giudica i giornalisti "poco indipendenti" (Nono rapporto CENSIS-UCSI sulla comunicazione, 2011), e gli stessi giornalisti professionisti giudicano il sistema dei media italiani "poco autonomo dalla politica" per il 72% degli intervistati e "per nulla" per il 21% (Indagine 2011 UCSI-CARIPLO, di prossima pubblicazione). (UCSI)

EDITORIA/USA: IL NEW YORK TIMES VENDE I QUOTIDIANI REGIONALI IN CRISI DOPO LO SPOSTAMENTO DEI LETTORI SUL WEB.E VOLANO ABBONAMENTI E PUBBLICITA’ ON LINE

iNYTIl New York Times si disfa dei suoi quotidiani regionali: il gruppo editoriale è infatti in trattative avanzate con Halifax Media Holding per cedere il Regional Media Group, che pubblica 16 giornali diffusi in varie aree degli Stati Uniti, dalla Florida al North Carolina passando per la California, con una diffusione di oltre 400mila copie al giorno.La divisione dei quotidiani regionali del New York Times ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 60 milioni di dollari, l'11% del totale vendite del gruppo New York Times, ma le vendite sono scese del 48% negli ultimi cinque anni e la raccolta pubblicitaria è calata ogni anno dal 2006, come conseguenza dello spostamento dei lettori dalla carta stampata all'online. Nel terzo trimestre la raccolta pubblicitaria della divisione è scesa del 9,7% a 36,8 milioni di dollari, mentre i ricavi dalle vendite si sono contratti a 18,3 milioni di dollari, l'1,5% in meno rispetto all'anno precedente.Il gruppo The New York Times (che la scorsa settimana ha annunciato l'uscita dell'amministratore delegato Janet Robinson e i cui titoli sono scesi dell'80% dal 2004) è tornato in attivo per la prima volta da un anno nel terzo trimestre, chiusosi con un utile netto di 15,68 milioni di dollari. I ricavi sono scesi del 3,1% a 537,2 milioni di dollari. A spingere i conti del gruppo sono gli abbonamenti e la pubblicità online che compensano in parte il calo della raccolta pubblicitaria per la carta stampata: alla fine del terzo trimestre, il New York Times contava su 324mila abbonati online, in aumento rispetto ai 224mila del secondo trimestre, e su più di 1,2 milioni di navigatori che pagano per consultare il sito del quotidiano.(AFFARI ITALIANI)

FNSI: 100 ANNI DI CONTRATTO. SIDDI:DIFENDERE UNA PROFESSIONE LIBERA.MINISTRO FORNERO:L’INPGI HA PROBLEMI DI SOSTENIBILITA’.CAMPORESE: GIUDIZI INACETTABILI.MALINCONICO: NUOVI CRITERI PER I FONDI.ANSELMI:CONTRATTO UN BENE PER GIORNALISTI ED EDITORI

Sala_Fnsi20_12A 100 anni dalla prima Convenzione d'opera giornalistica - firmata il 17 dicembre 1911 - il contratto dei giornalisti resta ''una bussola per il sistema dei media'', dice il segretario della Fnsi Franco Siddi, ma deve affrontare le sfide della ''flessibilità'' e della ''qualità'', incalza il presidente della Fieg Giulio Anselmi. L'anniversario è occasione di confronto tra giornalisti, editori e governo, con il ministro del Welfare Elsa Fornero e il sottosegretario all'editoria Carlo Malinconico.
'C'è chi pensa che il contratto sia da superare, perché è vissuto come occasione di conflitto e per gli ultra liberisti è anti moderno. Ma nessuno può far passare per moderno il ritorno di anticaglia in cui decide il padrone se e quando darti qualche euro in più'', sottolinea Siddi, convinto che il contratto giornalistico sia piuttosto ''garanzia di libertà'' e conservi ''intatta la sua autorità, forza, identità e il suo valore regolatore''. Poi avverte: ''Si parla di modifica del modello contrattuale e soprattutto, e a sproposito, di flessibilità. Ma la flessibilità non può essere precarietà''.
La sfida si gioca anche su questo fronte. ''Contrattazione collettiva sì'', in quanto ''garanzia di concorrenza leale'', sottolinea Anselmi, ma anche ''elasticità e flessibilità, intesa non come strumento per aggirare i diritti, ma per rendere più agili le aziende e più facile il lavoro dei giornalisti, specie sul terreno della multimedialità e delle nuove tecnologie. Le aziende devono poter mettere in atto una contrattazione aziendale che consenta loro di stare sul mercato''. Centrale, per il presidente della Fieg e dell'ANSA, anche la qualità: ''Avere buoni giornalisti è la condizione per la salvezza dell'informazione''.
''Il sindacato - replica il presidente della Fnsi Roberto Natale - non ha il timore di affrontare questa sfida, ma qualità non vuol dire pagare 3 euro a pezzo o 50 centesimi a riga''. E il contratto nazionale non si tocca: ''I forti si tutelano da soli: Rai, Mediaset, Corriere, Repubblica, Stampa e Messaggero l'integrativo se lo negoziano. Il contratto nazionale serve a tutelare i deboli'', conclude Natale.
A riconoscere l'attualità del contratto anche Malinconico, che in veste di presidente Fieg ha negoziato con la Fnsi l'ultimo accordo: ''Nel passato è stato strumento prezioso e nella sua versione piu' recente ha dimostrato apertura alle novità del lavoro giornalistico e vitalità''.
Per la Fnsi, in sostanza, i primi cent'anni del contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico, il primo del movimento dei lavoratori in Italia, sono un traguardo che apre verso nuove mete, per superare i disagi di chi più di tutti patisce le conseguenze della crisi e per interpretare correttamente, nel ciclico necessario rinnovo, di un'antica convenzione del lavoro, le nuove esigenze di promozione sociale, di responsabilità e diritti.
La "convenzione" siglata il 17 dicembre del 1911, cento anni fa, da giornalisti e editori continua a mantenere intatta la sua attualità, la sua forza e la sua identità, professionale, morale e il suo valore regolatore di un sistema molto delicato come quello della stampa. Il contratto è oggi espressione di legalità costituzionale, elemento di convivenza, strumento di una società dinamica come quella dell'informazione.
Il ministro del Welfare Fornero: privilegi per vicinanza col potere, : "L'Inpgi ha problemi di sostenibilità"
La cassa di previdenza dei giornalisti ''ha problemi di sostenibilità, come quasi tutte le altre casse professionali'': lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, parlando nel corso del convegno alla Fnsi per il centenario del contratto giornalistico. Secondo il ministro, le casse dovrebbero guardare non solo agli attuali pensionati ma ''anche a quelli futuri. Nessuno può chiamarsi fuori - ha detto - dal riordino del sistema previdenziale''. Il Segretario Fnsi: l'unico 'privilegio' aver tenuto a posto i conti. Giunta Fnsi respinge l'attacco. Camporese: giudizi inaccettabili.
L'impegno del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l'editoria Malinconico: "A gennnaio i nuovi criteri per i fondi Presto un incontro con i giornalisti di Liberazione"
Il governo definirà ''a gennaio'' i nuovi criteri per la ripartizione dei fondi pubblici per l'editoria: è l'impegno del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il settore, Carlo Malinconico, che sottolinea il legame tra l'elaborazione dei nuovi criteri e la gestione delle stesse risorse. ''Il governo - ha spiegato Malinconico, intervenuto oggi alla Fnsi ad un incontro sui cento anni del contratto di lavoro giornalistico - ha voluto avviare subito i contatti per capire al meglio come gestire la situazione.
Il Presidente della Fieg, Anselmi, alla prima uscita pubblica:
Il contratto collettivo nel settore giornalistico ''è garanzia di concorrenza leale'', ma servono anche ''flessibilità'' e ''qualità'': è la linea indicata dal presidente della Fieg e dell'ANSA, Giulio Anselmi. ''La contrattazione collettiva - ha sottolineato Anselmi, al suo primo intervento pubblico come presidente della Federazione degli editori - è un bene collettivo per i giornalisti, ma anche per gli editori, perché è garanzia di concorrenza leale. (ANSA,FNSI)

FNSI:APPLICAZIONE DEL CONTRATTO GIORNALISTICO NELLE REGIONI. IL SINDACATO: AGGIORNARE LE RETRIBUZIONI ALL’ULTIMO RINNOVO CONTRATTUALE

conferenza_regioni"Diverse Regioni italiane applicano ai propri addetti stampa il Contratto nazionale di lavoro giornalistico. A esse la Fnsi chiede di applicarlo correttamente ed integralmente, anche nella parte economica che è stata rinnovata quest'anno. Si è, infatti, determinata una situazione di confusione e di discriminazione a seguito del comportamento di alcune tra esse che non hanno pagato l'aumento contrattuale di giugno, oltre a bloccare ogni altra dinamica economica come gli scatti di anzianità. Ciò sulla base di una interpretazione restrittiva della legge che ha bloccato i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. Non a caso non tutte le Regioni hanno seguito tale indirizzo ed alcune, infatti, hanno regolarmente ottemperato agli aumenti previsti dal rinnovo economico del Contratto Fnsi-Fieg.
La decisioni di quelle Regioni che non hanno aggiornato la retribuzione dei giornalisti dei propri Uffici ed Agenzie di stampa ci pare particolarmente pesante tenendo conto che il rinnovo complessivo del contratto in essere era giunto dopo anni di blocco totale della normativa e delle retribuzioni. Inoltre, vengono estesi anche a personale a cui viene applicato un contratto di natura privatistica gli effetti di norme per la Pubblica amministrazione che hanno evidenti profili di incostituzionalità come dimostrano gli stessi ricorsi presentati da alcune Regioni proprio su questo aspetto. La Federazione nazionale della stampa italiana invita le Conferenze dei Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali ad un ripensamento complessivo su questo argomento che recuperi positivamente un diritto dei giornalisti che lavorano in queste importanti strutture pubbliche ad avere il proprio contratto di lavoro applicato nella sua interezza anche economica." (FNSI)