Presidio a Montecitorio contro i tagli all'editoria

Si fa ancora più forte la protesta contro il taglio del fondo per l'editoria. Martedì 18 dicembre il Consiglio nazionale Fnsi si è riunito in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati.

«Fermatevi. Ascoltate le parole in difesa del valore di una informazione libera e plurale che per ben sette volte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sentito il bisogno di ribadire ed evitate che, con il taglio prospettato dal governo Lega-5Stelle, chiudano decine di testate e migliaia di lavoratori restino senza lavoro». E’ stato questo l'appello rivolto dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.

Prosegue Lorusso: «Questo emendamento, che era saltato alla Camera per essere ripresentato in Senato, tradisce la volontà liberticida dell'esecutivo. Noi non possiamo consentire che interi territori perdano le loro voci, occasioni di confronto e di arricchimento del dibattito pubblico. Con questo provvedimento si vuole dare il la alla cancellazione dei pochi sostegni che restano al sistema dell'informazione. Se passa il taglio all'editoria minore le prossime ad essere colpite saranno le agenzie e le emittenti locali. Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio, ma non è solo una questione di posti di lavoro che si perdono. È innanzitutto una questione di pluralismo e dunque di democrazia».

Il presidente del sindacato, Giuseppe Giulietti, ha rivolto un nuovo appello al Presidente della Repubblica e ai singoli parlamentari, perché blocchino questo atto.
« Nessuno dice che l'attuale meccanismo del contributo non si possa migliorare. Ma questo non significa togliere fondi ad alcune voci e darli ad altri. E poi, altri chi?», dice il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna.

In piazza anche i colleghi di numerose testate la cui sopravvivenza sarà messa a rischio dal taglio del fondo per il pluralismo, fra cui Il Roma, Il Manifesto, Avvenire, la Voce di Rovigo, il Primorski Dnevnik, la Lega delle cooperative di giornalisti, Radio Radicale, collaboratori e cronisti precari.

Al presidio c’era anche il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia.

Foto: Fnsi

Ultima modifica: Mer 19 Dic 2018