Odio sul web: non basta l'autoregolamentazione, adesso interviene l'Europa

L'autoregolamentazione non basta: il Consiglio europeo ha approvato una serie di modifiche alla direttiva sui servizi di media audiovisivi per costringere le piattaforme a cancellare più efficacemente l'hate speech, cioè i contenuti d’odio sulle piattaforme digitali.

Secondo i provvedimenti approvati Facebook, Twitter e YouTube dovranno bloccare in modo più efficace i video contraddistinti da questo tipo di contenuti. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri Ue manca il passaggio al Parlamento europeo prima di poter rendere effettive queste modifiche alla direttiva già in vigore, quella sui servizi di media audiovisivi e piattaforme online.

Si tratterebbe delle prime iniziative di questo genere a livello europeo che assegnano formalmente ai colossi del web e dei social network la responsabilità di ciò che viene pubblicato attraverso i loro servizi, propaganda terroristica compresa. La proposta di modifica alla direttiva, avanzata dalla Commissione, obbliga infatti Facebook & co, comprese tutte le piattaforme digitali in cui i video abbiano un ruolo “essenziale” nei servizi offerti, a sviluppare dei meccanismi più efficaci per rimuovere contenuti d’odio, che promuovano o meno il terrorismo.

Salta anche il principio del Paese d’origine, cioè lo schema per il quale i fornitori di servizi siano soggetti solo alle leggi applicabili nello Stato in cui hanno sede. La normativa europea diventa dunque l’unico riferimento in merito. Per ora sono stati deludenti anche i risultati del Codice di autoregolamentazione sottoscritto lo scorso anno da Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft con la Commissione Ue per arginare la proliferazione dell’odio e della violenza. Lo ha testimoniato anche un rapporto di Bruxelles pubblicato lo scorso dicembre: bisogna fare di più e meglio per contrastare la diffusione di questi messaggi.

Ultima modifica: Sab 27 Mag 2017