I tanti paradossi del Natale
Il Natale è una festa piena di paradossi.
Il Natale è una festa piena di paradossi.
Inizio offrendo alla vostra contemplazione una tela presso il Museo Reale delle Belle Arti di Bruxelles: il censimento di Betlemme di Pieter Bruegel il Vecchio, ambientato in un villaggio fiammingo innevato. La Sacra Famiglia appare irrilevante, ma il Regno di Dio avanza.
Il tempo d’Avvento evoca l’attesa - interrogativa e sofferta - avvertita con la diffusa sensazione di sguardi e di cuori attenti alle antiche promesse ed ai messaggi dei profeti che, nel cuore e nell’intelletto, sono come riverberi di luce da interpretare e da vivere.
Il confessore è un frate anziano che gode fama di saggio. Il penitente è un uomo sulla cinquantina. “Beneditemi, padre, perché ho peccato”. “Ti ascolto fratello”.
Eccole le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea e che non lo hanno mai abbandonato. Sono in cammino, alle prime luci dell’alba, in quella mattina del primo giorno dopo il sabato, per recarsi a un sepolcro, al sepolcro dove era stato deposto il corpo di Gesù. Portano con sé aromi e altri unguenti che loro stesse hanno preparato per prendersi cura di quel corpo ora senza vita, per prendersi cura di Gesù che era stato la sorgente della loro vita.