giornalisti

  • La voglia di informarsi con strumenti 'verificati e attendibili'

    Quasi un terzo degli italiani, ogni giorno, sceglie un quotidiano per conoscere le notizie dall’Italia e dal mondo. Lo rileviamo dagli ultimi dati Audipress e la cosa può forse sorprendere. Fatto è che ci sono quasi 16 milioni di italiani che ogni giorno generano 24 milioni di letture.

  • Le "bufale" di oggi e l'insegnamento (molto attuale) di Carlo Maria Martini

    «Una società divisa, rissosa e in preda al risentimento, smarrisce il senso di comune appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza. Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva. Il web, ad esempio, è uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi».
    Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha toccato, tra i tanti argomenti, anche quello del web, e della necessità crescente di arginare (senza porre nessun bavaglio) la massa di pseudo notizie (o post-verità, come qualcuno le chiama) che stanno invadendo la rete...

  • Le cattive abitudini dei giornalisti, che portano stress e minor concentrazione. I dati di uno studio inglese

    Cronisti d’assalto, giornalisti sempre di corsa dietro l’ultima notizia. La categoria di chi vive rincorrendo news dovrebbe essere sinonimo di arguzia e concentrazione. Ma un recente studio riportato dal Business Insider rivela qualche dubbio. A evidenziarlo la ricerca della neuroscienziata britannica Tara Swart, realizzata su un campione di cronisti in collaborazione con il London Press Club.

  • Le fonti che usano i giornalisti

  • Le parole giuste per raccontare il Natale

    Quali sono le vere parole del Natale? Me lo sono chiesto spesso, in tutti questi anni. Perché in fondo il Natale non è una festa semplice da raccontare, per un giornalista. Parliamo sempre, nel piccolo giornale come nella grande tv, del cibo e delle mode, delle vacanze e dei regali, del lusso per i ricchi e delle miserie per i poveri. Talvolta la pigrizia ci porta a fare il ‘copia e incolla’. Fece scalpore qualche tempo fa la messa in onda di un servizio che era già andato in onda l’anno prima. Era proprio identico, nel testo e nelle immagini, eppure furono in pochi ad accorgersene.

  • Le regole per i crediti formativi dei giornalisti. Il 31 dicembre scade il primo triennio

    Il 31 dicembre 2016 termina il primo triennio formativo. L’invito è a
    verificare la propria posizione e i crediti formativi acquisiti. Il controllo è
    semplice e immediato attraverso la Piattaforma Sigef cui tutti dovrebbero già
    essere iscritti per poter prenotare l’iscrizione agli eventi formativi.
    Purtroppo dalle statistiche risulta ancora vi siano giornalisti non registrati
    sulla piattaforma. Altri risultano indietro con i crediti. Il Ministero di
    Giustizia ha recentemente ricordato formalmente all’Ordine che l’inosservanza
    dell’obbligo previsto dalla legge dovrà comportare l’apertura di un
    procedimento disciplinare. Già l’’art. 9 del regolamento della formazione
    ricorda l’obbligo deontologico per tutti i giornalisti in attività assegnando
    all’Ordine regionale la verifica dell’eventuale inadempienza. L’iscritto in tal
    caso sarà invitato ad avviare entro tre mesi il percorso formativo e a
    completarlo per la parte contestata nei successivi 90 giorni. Qualora persista
    l’inosservanza, il Consiglio regionale dell’Ordine ne dà segnalazione al
    Consiglio di disciplina territoriale. Nella fase finale del triennio può essere
    importante tener presente che tutti i crediti formativi possono essere
    conseguiti con i corsi online che il Consiglio nazionale ha in particolare
    rafforzato nell’ultimo anno, attraverso il proprio sito internet www.odg.it .
    Il sistema di calcolo dei crediti formativi professionali (CFP) è basato su ogni
    ora di partecipazione agli eventi. Ogni ora rappresenta un CFP. Per l’
    assolvimento dell'obbligo formativo l'iscritto deve acquisire 60 crediti in
    ciascun triennio (con un minimo di 15 annuali) di cui almeno 20 derivanti da
    eventi deontologici. Gli eventi interamente dedicati alla deontologia
    beneficiano di due crediti formativi aggiuntivi solo se organizzati a titolo
    gratuito. Per i neo-iscritti l’inizio della formazione è fissato al 1° gennaio
    successivo alla data di iscrizione ma il credito formativo triennale e la
    relativa tipologia sono riproporzionati in ragione d’anno (20 crediti annui di
    cui un terzo derivante da eventi deontologici) per il tempo restante alla
    conclusione del triennio formativo. Non è invece possibile riportare nel
    computo dei crediti di un triennio quelli eccedenti maturati nel triennio
    precedente. Alcune semplificazioni sono previste per gli iscritti all’Albo da
    più di 30 anni che svolgano attività giornalistica a qualsiasi titolo. Ad essi
    basta acquisire 20 crediti deontologici nel triennio. Sono altresì esentati
    dall’obbligo formativo i pensionati purché non svolgano alcuna attività
    giornalistica. Alcune esenzioni temporanee sono assicurate dall’art. 11 del
    regolamento. Su richiesta dell’iscritto, il Consiglio regionale competente può
    esentare il giornalista dallo svolgimento della formazione in caso di
    maternità o congedo parentale; malattia grave, infortunio e altri casi di
    documentato impedimento derivante da accertate cause oggettive; assunzione di
    cariche elettive per le quali la vigente legislazione preveda la possibilità di
    usufruire di aspettativa dal lavoro per la durata del mandato e limitatamente
    ad esso. Nel riconoscere l’esenzione, il Consiglio regionale ridetermina la
    misura dell’obbligo formativo triennale.

     

    * L'autore è Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti

  • Le vendite dei giornali da gennaio a giugno

    In un solo giorno in Italia si vendono 1,6 milioni di copie dei giornali.

  • Manifestazioni contro green pass e minacce ai giornalisti: ha ancora senso seguirle?

    Si fa sempre più pesante il clima nelle piazze contri i giornalisti.

  • Media e potere: i paradossi di Trump e le sfide per noi, oggi

    C’è un legame profondo tra quello che ha fatto Donald Trump, escludendo alcuni giornalisti dal briefing quotidiano alla Casa Bianca, e quanto emerge dalle ultime analisi sulla comunicazione dei giorni nostri, a cominciare dal rapporto Censis-Ucsi del 2016 (leggi QUI).

  • Migranti: diminuisce l'allarmismo sui media

    Più notizie, meno allarmismo: da gennaio a ottobre 2016 sono aumentate del 10%, rispetto allo stesso periodo del 2015, le notizie dedicate al tema dell'immigrazione sui quotidiani italiani, arrivando a quota 1.622. E i toni allarmistici sono andati calando: si riscontrano nel 27% degli articoli contro il 46% del 2015. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel IV Rapporto di "Carta di Roma", dal titolo "Notizie oltre i muri", presentato alla Camera dei Deputati, nel quale l’Associazione ha raccolto le informazioni risultanti dal monitoraggio condotto per dieci mesi su Corriere della Sera, il Giornale, l'Avvenire, l'Unità, la Repubblica e la Stampa.

  • Mille giornalisti via dalla Russia in un anno

    Sono almeno mille i giornalisti russi che hanno lasciato il loro Paese da quando è iniziata la guerra in Ucraina.

  • Minacce e violenze contro i giornalisti: dati sempre più allarmanti

    Omicidi, incarcerazioni e altri metodi per mettere a tacere i giornalisti sono pratiche ancora troppo diffuse, in Europa come nel resto del mondo. Il presidente delle Federazione europea dei giornalisti (Efj) Mogens Blicher Bjerregård, sostiene l'importanza di essere al fianco di chi è minacciato. Infatti, nel 2014-2015, oltre cento giornalisti e operatori dei media hanno pagato con la vita la volontà di fare il proprio lavoro.

    Istituzioni governative internazionali quali Unesco, Osce e Consiglio d'Europa hanno condannato con forza queste uccisioni. Organizzazioni governative e non governative come le Federazioni europea ed internazionale dei giornalisti, il Comitato per la protezione dei giornalisti, Articolo 19, Index on Censorship e Reporter senza frontiere sono estremamente preoccupate per l'impunità dei crimini contro i giornalisti. Secondo un rapporto Unesco, negli ultimi dieci anni solo il 7% dei responsabili dell'uccisione di giornalisti sono stati assicurati alla giustizia. L'impunità per questi tipi di crimini è una questione cruciale per le organizzazioni che si battono per la libertà di stampa.

    Commenta il presidente della Federazione europea dei giornalisti: "è di fondamentale importanza essere lì, a fianco dei giornalisti imprigionati. Il nostro sostegno e la pressione internazionale sono la loro speranza di libertà. L'attenzione degli osservatori europei ha un impatto reale sugli attori locali e sta giocando un ruolo importante per assicurare processi equi. Conosciamo fin troppo bene il rischio che, con il passare del tempo, ci si dimentichi dei giornalisti incarcerati. Ogni volta che un giornalista va in carcere, anche il diritto dei cittadini di accedere alle informazioni finisce dietro le sbarre. Non ci può essere libertà di stampa in Europa fino a quando un singolo giornalista è in prigione"

  • Minacciato e picchiato un altro giornalista, escalation terribile . Il Viminale convoca un nuovo vertice

    Prosegue l’escalation di violenza e intimidazioni contro i giornalisti impegnati nel raccontare il dibattito pubblico intorno ai vaccini. E così, dopo la vile aggressione alla giornalista di Rainews24 (leggi qui), lunedì 30 agosto ce né stata un’altra ancora più violenta contro Francesco Giovannetti di Repubblica (qui il video diffuso dal quotidiano nella sue edizione on line).

  • N come 'Nascondere', anche le notizie. Un 'peccato', per i giornalisti.

    Pensieri, parole, opere e omissioni. Sarebbe interessante una riflessione - laica - su quanto, come giornalisti più o meno credenti, riusciamo a "peccare" in ciascuna di queste mitiche categorie.
    Stando sul terreno scivoloso dell'ultimo gruppo (le omissioni, dunque i nascondimenti) possiamo, forse, dire che in base alle regole del nostro "dover essere" lo spazio per "nascondere" non dovrebbe risultare. Neppure come... caso di scuola.

  • Nasce Freejourn, il social network dei giornalisti freelance

    Lanciato a Milano il Social Network del giornalismo. Ogni freelance avrà un profilo per mettere in mostra i propri lavori e proporre nuovi progetti da finanziare tramite crowdfunding

  • Negli stadi pochi posti per i giornalisti. Gravina (Figc): ' giusta preoccupazione'

    Non sono sufficienti i posti per i giornalisti allo stadio. Il protocollo ne assegna venti per la carta stampata, il web e i fotografi, altri venti per le tv che detengono i diritti.

  • Nei giornali tornano le newsletter e si accentua il 'peso' delle firme

    Le notizie non bastano. Ecco tre modi per garantire un ritorno economico agli editori e per avere una community di lettori...

  • Numerosi crimini di guerra contro i giornalisti

    In Ucraina sono stati perpetrati, in un anno, 54 episodi qualificabili come “crimini di guerra” contro i giornalisti.

  • Nuovo concorso per giornalisti alla Rai

    Il Consiglio d’Amministrazione della Rai ha dato il via libera ad un nuovo concorso per giornalisti, dopo lo stop del 2015.

  • Obbligo del vaccino per i giornalisti? Il dibattito è aperto

    Obbligo dei vaccini anche per altre categorie di professionisti? Il dibattito è aperto, anche per i giornalistui.